Storia di quartieri ecologici

Ecocity - slow city

Più della metà della popolazione mondiale vive nei grandi centri urbani, nelle città, nelle metropoli, negli agglomerati, costretta sempre più a perdere i propri legami familiari, le proprie reti sociali, i contesti consueti che regolano invece la vita all'interno della comunità. Ma cosa hanno da offrire questi luoghi antropizzati, sovraffollati, ma vuoti allo stesso tempo? Questa domanda, cui non abbiamo risposte o soluzioni, si pone tutte le volte che ci chiediamo come riuscire a governare la crescita urbana. Un dovere costante che invece abbiamo è quello di affrontare la questione della "totalità della nostra vita" e lo facciamo quando cerchiamo di dare un nuovo ruolo ai contesti e alle connessioni urbane, quando ci sforziamo di cercare o di reinventare ex novo quelle connessioni. "La totalità della vita" viene intesa come insieme delle problematiche ecologiche collegate non tanto alle risorse vitali o al legame tra uomo e natura, quanto al limite di sopportabilità del nostro pianeta, alla luce di come lo stiamo trattando e di quello che ne stiamo facendo.

Lo studio di architettura di Joachim Eble ha avuto l'importante ruolo di partner nel progetto di ricerca dell'Unione Europea "Ecocity". Focalizzandosi su argomenti diversi, ma egualmente importanti, che vanno dalle energie rinnovabili fino ai trasporti sostenibili, il progetto si compone di 25 moduli urbani, tutti attribuibili alla città ecologica.
Le proposte sono raccolte sotto un unico slogan: "la città dei percorsi brevi", con il significato di territorio urbano dotato di un insieme di funzioni tali per cui è possibile vivere e lavorare nello stesso luogo o per lo meno nelle vicinanze della propria residenza. Una città in cui gli spazi pubblici hanno un alto valore attrattivo, una città che incentiva l'economia sostenibile, offre un comfort bioclimatico, rispetta il riciclo dei rifiuti e delle acque e che produce tutta l'energia necessaria senza importarla dall'esterno.

Tali criteri, sicuramente riconducibili ad un pensiero attento all’ecologia ed alla centralità dell’uomo piuttosto che al suo asservimento alla città, devono risultare quantificabili e misurabili per poter essere recepiti dalle amministrazioni pubbliche. Esistono poi naturalmente i caratteri che coinvolgono direttamente il lavoro dell'architetto, quali la progettazione e la configurazione urbana: elementi tecnici quali i rapporti di scala, la scelta dei materiali, ma che non possono essere scissi da una visione umana che comprenda il paesaggio, l’integrazione nel contesto, il rapporto del singolo elemento con il “tutto”.
L'aspetto importante è che questi moduli urbani funzionano solo in sinergia tra loro, ovvero se si integrano e se un modulo è di supporto all'altro, se per esempio il riciclo delle acque è contestualmente anche elemento sociale (giochi per bambini) o elemento bioclimatico (raffrescamento estivo).

Culemborg
Culemborg è un progetto che lo studio Eble Architektur ha sviluppato assieme al noto paesaggista Hyco Verhaagen. Le case che compongono il quartiere sono progettate per produrre complessivamente più energia di quanta ne consumano. Si tratta di un progetto eccezionale persino in un Paese come l'Olanda, che attualmente viene ritenuto il paradiso del costruire sostenibile. Tutto è iniziato da una storia inconsueta ed inaspettata. Il lotto del nuovo quartiere si trova a nord del centro storico, circondato ad est e ad ovest da industrie e grandi palazzi residenziali.

 

Località Culemborg (NL)
Committente Comune di Culemborg
Progetto urbanistico Joachim Eble e Hyco Verhaagen
Progetto paesaggistico Hyco Verhaagen e Copijn, Utrecht-NL
Superficie 24 ha
Anno di realizzazione 1998 - 2005

La progettazione è avvenuta sviluppandosi attorno a temi quali: partecipazione, alti standard ecologici e grande libertà architettonica nel progetto, senza dover fare fronte alla pressione degli investitori immobiliari che tanto spesso vincolano importanti decisioni. Il bacino idrico, protetto, necessario all'intervento, è stato ridotto al minimo indispensabile. La progettazione urbanistica preliminare, realizzata assieme all'atelier olandese Orta, ha previsto l'aggregazione di edifici a corte. I futuri abitanti hanno potuto disegnare, con l'aiuto dei tecnici, lo sviluppo interno delle loro case attraverso un processo in cui, usando delle immagini tridimensionali, si è potuto configurare virtualmente lo spazio che sarebbe poi stato costruito realmente.
Al contrario di quanto previsto dall'amministrazione, che ha espresso inizialmente il suo scetticismo sui processi utilizzati nella progettazione, le case sono state realizzate proprio come progettato dai cittadini, confermando un disegno tutt'altro che distaccato dal contesto urbano presente. Sulla base del masterplan, Hyco Verhaagen ha sviluppato anche il sistema della gestione delle acque piovane, grigie, nere, oltre a quelle provenienti dalla sede stradale. Trovandosi il lotto all'interno di un biotopo, in cui la risorsa idrica rappresenta la linfa vitale, è stata rivolta speciale attenzione all'acqua, generando dei circuiti idrici molto particolari. Le acque grigie delle vie trafficate davanti ai palazzi amministrativi vengono incanalate e purificate in ampi bacini di raccolta per l'acqua piovana. Lo spazio pubblico, le aree umide, i parchi, gli spazi aperti vengono tenuti puliti, organizzati e gestiti non dalla municipalità ma dagli stessi abitanti, comportando così un importante sgravio sulla spesa pubblica, mentre i processi comuni sono entrati a diversi livelli e in vari ambiti. È diventato così un quartiere in costante crescita, come un organismo vivente, una pianta che produce fiori e poi frutti.
Attraverso il progetto è possibile riconoscere e valutare attentamente tutte le potenzialità degli elementi vitali (acqua, terreno e geologia del suolo) e mettere poi in relazione con essi la planimetria urbana. Il Reno oggi scorre non più nel vecchio greto del fiume, ma è stato deviato, passando attraverso il nuovo quartiere, riportando alla luce i diversi strati del terreno che evidenziano le qualità naturali specifiche.
Un vecchio ramo del Reno è diventato così un nuovo sistema idrico della città, ovviamente non a caso, perché il progetto era teso ad avere al suo interno un approccio specifico e nuovo con l'acqua, e perché tutto è collegato alle interconnessioni con la natura, con l'evoluzione, con la storia della terra. Il bello è riuscire a scoprire, attraverso il progetto, questi collegamenti profondi e, anzi, attraverso questo dialogo sono proprio questi ultimi a raccontare come dovrà essere il progetto.

Tubinga
Il progetto comunitario di ricerca previsto si estendeva da Barcellona fino a Tampere, evidenziando diversi approcci di pensiero ecologico rispetto a natura, ecologia, sostenibilità. Parallelamente è stato concepito un nuovo progetto di sviluppo urbano per Tubinga, città in cui opera lo studio di Joachim Eble.


Tubinga si è sviluppata come le dita di una mano tra le quali si intersecano zone paesaggistiche di alto valore ricreativo. A sud della ferrovia è collocata la Südstadt e il quartiere francese Loretto, a cui sono stati assegnati il premio europeo per l'urbanistica, il premio tedesco per l'urbanistica, nonché il premio dell'ONU per lo sviluppo urbano innovativo. Con il progetto del nuovo quartiere si è cercato fin da subito di dimostrare come una qualificazione ecologica molto alta consenta allo stesso tempo di costruire veri pezzi di città, anche in zone sensibili, e di come sia possibile aumentare le qualità ecologiche attraverso un intervento edilizio e bioclimatico, grazie al quale si è posta attenzione alla ventilazione sud-ovest del centro città, creando in questo modo un vero e proprio corridoio bioclimatico. Contrariamente al detto "non costruire è meglio che costruire ecologico" si è dimostrato che proprio attraverso l'urbanizzazione, la zona viene fortemente qualificata. Qui si trovavano due zone dismesse, aree industriali in cui in parte sono collocati uffici amministrativi, ma che rappresentano un deserto urbano, un'area estesa non strutturata e poi il Saiben, 25 mila ettari di superficie agricola, in parte anche di agricoltura bioecologica.
Quest'ultima era la parte ancora da urbanizzare, l'ultimo pezzo rimasto disponibile. Le due linee ferroviarie che attraversano la zona costituivano una sfida per il traffico e il sistema di trasporti sostenibile. Tubinga e la regione saranno servite, analogamente a Karlsruhe, da un sistema di trasporto in cui la ferrovia regionale, una volta entrata nella zona urbana, viene declassata a tram e quando escedalla città torna a funzionare come metropolitana leggera.

La città: un organismo idrico
Insieme all'Atelier Dreiseitl (Überlingen, Germania) e Hyco Verhaagen (Olanda) particolare attenzione è stata dedicata al drenaggio, la penetrazione naturale delle acque nei terreni non impermeabili che arricchiscono la falda, dal momento che questa zona contribuisce all'approvvigionamento dell'acqua potabile dell'intera città.
Il piccolo fiume è stato deviato e strutturato con soluzioni di tipo naturalistico, secondo una concezione ecologica dell'acqua, su di esso si innesta il progetto urbano di recupero e trattamento delle acque piovane.
Anche il sistema fognario è integrato.
La città assume le sembianze di un organismo idrico.

Energia
Ogni masterplan urbano adotta uno specifico piano energetico, cosa che, ad esempio in Svizzera, avviene per legge. Il piano evidenzia in quale misura le fonti rinnovabili siano in grado di contribuire al fabbisogno energetico urbano.
In questo caso l'edilizia di nuova progettazione viene soddisfatta al 100% da fonti di energia rinnovabile: solare di diversa alimentazione, pellets di legno, olio biologico prodotto in loco. L'idea è stata quella di sollecitare il comparto agrario a contribuire con le proprie risorse (agricoltura, boschi) all'alimentazione energetica della città, adottando così vie di trasporto ridotte a misura di slow city.
 

Traffico
Anche se si tratta di una scelta radicale, è stata programmata l'eliminazione, dall'intero quartiere per 2500 abitanti, delle automobili, anche se vi sono delle barriere politiche ancora da superare. Sono previsti un centro della mobilità con ferrovia, bus, parcheggi per il car sharing e spazi per le biciclette. Logistica e trasporti diventano in questo particolare caso veramente importanti. Nelle strade senza macchine le vie non sono arterie per servizi, ma spazio di incontro, di gioco per bambini e di comunicazione. Strutture che forniscono servizi ad anziani, per esempio il cibo a domicilio pronto nei thermos, sono adibite alla distribuzione di altri generi alimentari, frutta, verdura direttamente dal produttore alle famiglie. Nei centri residenziali a piccola scala, collocati in luoghi ben accessibili, sono pensati punti di raccolta, dove piccoli box possono fare da deposito: chi ha ordinato della merce è lì che va a ritirarla.


Con questo piano energetico si evidenzia come l'energia, l'acqua, la rete sociale e l'integrazione del paesaggio siano aspetti tutti collegati tra di loro. Un elemento si appoggia all'altro e solo la sinergia permette di raggiungere un equilibrio economico ed ecologico. Il parco acquatico consente, attraverso opportuni impianti, la depurazione delle acque grigie provenienti da uso domestico, resasi necessaria vista l'alta percentuale di superfici impermeabili. Normalmente, la pioggia che cade sui tetti viene sottratta di fatto all'acqua di falda. Il bilancio finale dimostra che con questo sistema di recupero il quartiere contribuisce di più all'acqua di falda che non attraverso il recupero dell'acqua piovana. Spesso viene contestato agli ecologisti di proporre una progettazione urbana noiosa, perché rivolta allo sviluppo della sola facciata verso sud. Al contrario, in questo caso gli edifici sono orientati da sud-est a sud-ovest incamerando energia solare con una perdita limitata del 15%. Inoltre esistono diverse tecnologie che permettono di recuperare energia solare anche attraverso edifici orientati a sud-est.

Architettura partecipata
La scelta progettuale per questo nuovo quartiere prevede un contributo non solo attraverso la visione classica dell'ecologia, ma soprattutto attraverso la partecipazione
alla creazione di nuovi posti di lavoro e nuovi legami a livello di comunicazione.
Superata la convinzione che i progettisti o i designer dello spazio urbano contemporanei sappiano come funziona veramente la città, ci si è rivolti ai veri
fruitori dello spazio urbano. Il quartiere di fatto non è stato progettato dagli architetti, ma da chi ci abita. I progettisti si sono limitati al ruolo di esecutori di quanto gli abitanti andavano proponendo.


Attraverso i vari gruppi di lavoro si è creato un vero mix: i proprietari dei terreni, i committenti, gli investitori-speculatori con l'intento di vendere solo cubatura, i gruppi non government, gli ambientalisti, i gruppi agenda, ecc. In questo modo sono nati gli scenari più diversi tra chi sosteneva il "non costruire", perché gli spazi naturali potevano al massimo sopportare un piccolo ampliamento del quartiere con alta densità abitativa, mentre il resto doveva essere adibito alla permacoltura, con biotopi, boschi, recupero del solare, agricoltura bioecologica e chi si batteva per la crescita soft chiedendo di porre forti limiti allo sfruttamento dello spazio. Gli scenari sono stati discussi durante numerosi fine settimana all'interno di laboratori partecipativi in cui vi sono state delle accese discussioni. Il risultato è stato un masterplan partecipato.
I cittadini di Tubinga hanno così costruito la loro città. Non i banchieri o gli investitori professionali, ma i cittadini stessi. Nel quartiere di Loretto, il masterplan, risultato di un concorso, prevedeva un disegno incoerente tra i diversi edifici senza un’ampia visione d’insieme. La municipalità aveva solamente impostato un masterplan con i rispettivi volumi, concedendo il terreno a condizione che venisse incentivato il mercato del lavoro. La delibera municipale prevedeva inizialmente che alla cooperativa edilizia venisse data la possibilità di realizzare le
proprie proposte.
Le persone che si aggregano in questi nuclei edili solitamente si conoscono sin da prima, tutti spronati dall'obiettivo comune di realizzare la propria casa in cui sarà possibile abitare e lavorare. In tutto il quartiere non esiste un solo edificio commerciale.
Eppure su ogni particella edilizia sono sorte abitazioni e allo stesso tempo 1600 nuovi posti di lavoro. Di fondamentale importanza infine è lo spazio comune, reso libero dall'assenza delle auto. Esistono naturalmente alcune eccezioni, ad esempio è possibile arrivare davanti a casa per trasportare la spesa e quello che serve, ma dopo lo scarico delle merci si deve spostare il veicolo al parcheggio comune, negli appositi silos.
Così lungo la strada che porta al parcheggio comune si incontra il vicino, si scambiano due chiacchiere: lo spazio comune è allo stesso tempo luogo di incontro, di relax e di comunicazione. Questo significa qualità.
I cittadini in ogni caso sono contenti di costruire la loro città, di aver trovato il modo per uscire dagli schemi della pressione di sviluppo commerciale, dalla banalizzazione del quartiere e di poter adottare libertà progettuali autogenerate. Si tratta di una diversità che non va nemmeno valutata, ma presa come tale.
Inizialmente la municipalità ha definito la suddivisione in isolati di 8 o 10 unità abitative, prevedendo delle particelle provvisorie, che sono state messe a gara. I gruppi interessati hanno poi proposto, in un tempo limite di 6 mesi, una loro idea per la realizzazione di residenze e spazi lavorativi. Il progetto definitivo doveva dimostrare la necessaria coerenza sotto ogni punto di vista, finanziario, sociale, architettonico e organizzativo. Il modello ha avuto un enorme successo: un gruppo di interessati si trasforma in un gruppo di progettazione; il gruppo di progettazione diventa gruppo di costruzione e alla fine comunità abitativa e allo stesso tempo proprietaria dell'edificio. In questi passaggi la municipalità deve però offrire il necessario supporto giuridico.

Località Tubinga (D)
Committente Archy Nova Planen+Bauen
Projektgesellschaft Breitner & Bärenstecher
Oggetto Progettazione 34 unità abitative e 2 unità per il terziario
Progetto Joachim Eble Architektur
Dimensione 3045 m2
residenze 141 m2
Anno di realizzazione 2000 – 2001

Pfaffenhofen
Il vademecum dell'ecologia e della progettazione documenta per il committente e il progettista alcuni punti fermi, che sono complementari e vanno spesso anche oltre quanto previsto dal piano regolatore. Le linee guida elaborate sono vincolanti e garantiscono la qualità di una zona residenziale e paesaggistica con alti standard ecologici. Il vademecum dell'ecologia e della configurazione architettonica è uno strumento centrale per la qualità della progettazione ecologica. Può assumere garanzia giuridica attraverso l'atto notarile che insieme all'atto d'acquisto vengono iscritti nel libro fondiario. Proprio questo vademecum è stato utilizzato nel contratto stipulato tra la municipalità di Pfaffenhofen e l'investitore, fungendo da base per una sovvenzione pubblica per l'acquisto di terreni edificabili, la dove saranno attuate misure ecologiche.


Il vademecum si articola in obiettivi di progetto, piano articolato per l'intera zona e linee guida per spazi ecologici residenziali e artigianali:
- Piano generale:
- Progettazione e configurazione urbana e architettonica
- Paesaggio ed eco-spazi liberi
- Piano integrato di gestione delle acque
- Energia attraverso un piano energetico, privo di emissioni di CO2
- Materiali edili per l'abitare e il lavorare sano
- Traffico e infrastrutture sostenibili del traffico
- Sociale - piano socio-economico
- Abitare ecologico:
- Linee guida architettoniche (scultura artistica, piano del colore e dei materiali, impianti annessi, particolari costruttivi)
- Progettazione spazi aperti
- Sistemi di gestione delle acque
- Standards energetici
- Catalogo dei materiali edili
- Zona artigianale ecologica:
- Linee guida architettoniche (scultura artistica, piano del colore e dei materiali, impianti annessi, particolari costruttivi)
- Progettazione spazi aperti
- Sistema di gestione delle acque
- Standards energetici
- Catalogo dei materiali edili
- Management urbano, partecipazione.
Attraverso tali punti viene dunque applicata la progettazione dell'intero nuovo quartiere che viene di seguito proposta come esempio.
Concetto base del paesaggio
Il centro ecologico si trova ai margini di Pfaffenhofen sul fiume Ilm, in mezzo a formazioni geologiche collinari del Danubio-Isar di epoca glaciale. Il pendio esposto a nord e abbastanza mosso si inserisce in un paesaggio agricolo ben coltivato.
Il nuovo quartiere urbano riprende queste caratteristiche naturali e tradizioni culturali, integrandole nei loro aspetti fondamentali.
Gli edifici vengono collocati per lo più lungo i pendii. I piccoli avallamenti non edificati fanno da corridoio bioclimatico per l'apporto di aria fresca, e sono a disposizione per il management delle acque piovane o come spazi ricreativi per gli abitanti.
Frutteti e cespugli bassi a margine del quartiere conducono dolcemente nel paesaggio aperto circostante. A valle intorno al ruscello Schindelhauser nasce un paesaggio acquatico che a seconda del regime di pioggia si sviluppa diventando, oltre a bacino di ritenzione e purificazione delle acque piovane, un habitat speciale per piante e animali. Obiettivo finale è un quartiere ecologico che rispetti il paesaggio e si integri perfettamente con la zona collinare, in cui quartiere urbano e paesaggio crescano insieme.
Piano generale
Configurazione urbana e architettonica

Il quartiere deve essere dotato di una sua propria integralità ed essere caratterizzato da un sistema differenziato di linee progettuali che interagiscano tra di loro. Attraverso questa differenziazione si genera una vivacità diversificata, in cui le espressività delle linee guida progettuali si esaltano a vicenda e contribuiscono ad un effetto armonico globale dei singoli nuclei edificati e dell'intero spazio urbano. Obiettivo è il legame in chiave contemporanea tra le tipologie edilizie tipiche del luogo (genius loci), con riferimento al paesaggio, e tipologie edilizie di architettura solare contemporanea. Dettagliatamente descritto è l'approccio progettuale unitario, incluso il piano dei colori e dei materiali.
Progettazione urbana e architettonica
Struttura urbana per un quartiere residenziale ecologico

La progettazione urbana si basa su tre nuclei edilizi diversificati e architettonicamente distinguibili. A ovest il "paese a valle" (Taldorf) con alta densità abitativa, case a schiera, sviluppato attorno a un prato verde con barriere antirumore corredate da elementi per la produzione di energia solare e un edificio per l'abitare generazionale con funzioni per attività comuni e laboratorio. A est il "paese solare" (Solardorf) con stecche orientate verso sud e case a schiera sul piccolo pendio con aperture verso il paesaggio acquatico ed edilizia a più piani prospiciente la piazza del quartiere.
Infine a sud il "paese a monte" (Bergdorf) con case singole ed edifici a più piani collegati con affaccio su un prato vicino alla zona d'acqua. L'architettura sviluppata per tutti i nuclei urbani è una mescolanza di tetti a una o a due falde con inclinazione al 20% e tetti piani. I due elementi sono in contrasto, la forma costruttiva è cubica, con tetti leggermente staccati e bordi sottili. L’armonia dei nuclei edilizi, sinora difficile da riscontrare nel costruito contemporaneo e senza riferimenti di tempo e luogo, si ottiene attraverso la stessa inclinazione dei tetti a una o due falde e una configurazione progettuale unitaria degli elementi cubici con tetto piano, terrazza sul tetto e annessi ai terrazzi. Il quartiere a valle avrà così tetti a una falda o piani, ma anche tetti solari; il quartiere solare tetti a una e due falde orientati a sud; mentre il quartiere a monte avrà prevalenza di tetti piani e terrazzi sul tetto, con pochi tetti a una falda.

Paesaggio spazio ecologico aperto

Obiettivo dello sviluppo urbano è la creazione di un ambiente vitale sano, ecologicamente e socialmente intatto. Lo spazio aperto nelle strette vicinanze degli edifici assume compiti centrali: è spazio vitale, sociale, ricreativo e sta alla base della rete di interazioni del vicinato. Si realizza così una struttura spaziale aperta, continua e leggibile sia per la zona residenziale sia per quella artigianale, da ottenersi attraverso elementi progettuali vincolanti nei passaggi, dal pubblico al privato o semipubblico (coperture / pavimentazioni dello stesso tipo, arredi uguali, luci, panchine, cassette per la posta). In questo è utile il vademecum che, tramite una struttura a più livelli sovrapposti, consente lo sviluppo di edifici ed infrastrutture progettate con un approccio individualistico. Attraverso i punti proposti affiorano non tanto i dettagli, ma grandi linee a definizione dello spazio globale (qualcuno potrebbe riproporre la definizione "il meno è più").
Lo spazio pubblico
Si definiscono spazi pubblici aperti, quelli destinati al traffico, zone di urbanizzazione, prati e aree verdi con destinazioni d'uso comune. Si tratta di soddisfare tante funzioni: è spazio percettivo e ludico, serve alla ricreazione davanti alla propria porta di casa, è incontro sociale, ha funzione per l'urbanizzazione, offre spazio al traffico statico, alla gestione delle acque, è connessione con il paesaggio. Attraverso l'utilizzo di materiali tradizionali in forma moderna e con elementi ricorrenti viene sviluppato uno spazio pubblico aperto individuale, legato alle tradizioni del luogo, ecologico e socialmente valido. Gli spazi aperti vengono poi definiti tramite una zonizzazione secondo ambiti privati, comuni, pubblici. Lo spazio aperto non circoscritto diventa spazio sociale di incontro (luoghi d'incontro, ricreazione).
Spazi aperti privati
I quartieri progettati, liberi da vincoli di recinzioni e proprietà private, assumono l'aspetto di città giardino. I terreni rivolti verso lo spazio pubblico (strada o percorso verde) avranno un aspetto architettonico uniforme e continuo creando un quartiere con una propria identità. Il giardino privato assume pertanto un significato superiore, come elemento unificante e caratterizzante del quartiere.
Piano delle acque integrate
Il piano idrico integrato è composto dalla costante sinergia tra management delle acque piovane, riciclaggio acque grigie, utilizzo acque grigie, trattamento acque nere, ottenendo:
- un management delle acque piovane in collegamento al ciclo naturale delle acque di Pfaffenhofen;
- il trattamento acque grigie e riuso:
- l'integrazione delle acque nere;
- la visualizzazione del concetto idrico nella progettazione degli spazi aperti;
- la riduzione dell'immissione delle acque piovane nel ruscello Schindelhauser.
Tutte le acque grigie, depurate e raccolte in apposite cisterne di accumulo, saranno restituite al circuito delle risorse locali (attraverso il riuso nei WC, lavatrici o come irrigazione dei giardini) e idriche. La progettazione e il dimensionamento degli impianti sono stati effettuati attraverso la raccolta di rilevazioni metereologiche degli ultimi 10 anni (ritenzione, evaporazione, infiltrazione nel terreno). Per le acque nere sono previste alcune varianti tra il normale allacciamento alla rete fognaria e il trattamento attraverso la Living Machine o altre tecnologie adatte.
In alcuni casi può essere prevista la raccolta e la separazione in apposite toilettes delle urine, utilizzate come fertilizzante in agricoltura. A Pfaffenhofen viene dimostrato come gli obiettivi per la progettazione di uno spazio urbano contribuiscono in maniera significativa alla crescita economica in chiave ecologica, incentivando nuovi stili di vita sostenibili grazie agli effetti sinergici tra il collegamento agricoltura e abitare-lavorare.
Concetti innovativi di approvvigionamento energetico e riciclaggio, ma anche modi del costruire, sviluppati partendo dal contesto locale, ne fanno un modello di sviluppo sostenibile. Attraverso la sostenibilità integrata, tra spazio urbano ed agricolo, è possibile ottenere così molteplici fattori positivi, come la produzione di energia attraverso risorse rigenerative (arrivando anche a superare il 100% del fabbisogno) per il riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda ed energia elettrica.
Località Pfaffenhofen (D)
Committente Kramerbräu Naturlandhof
ÖZP GmbH & Co. KG, Pfaffenhofen
Oggetto Progettazione 140 unità abitative di varia tipologia
Progetto architettonico Joachim Eble Architektur
Progetto del verde Atelier Dreiseitl
Anno di progettazione dal 2006

Tainan
A Tainan (Taiwan) è stato recentemente sviluppato un masterplan di una città sostenibile per 40.000 abitanti.
Il centro urbano dovrà contenere al suo interno ogni elemento utile allo sviluppo indipendente della comunità attraverso la realizzazione di zone industriali, università, un’area expo e una stazione per l'alta velocità.
L'area, un tempo adibita alla coltivazione della canna da zucchero, è oggi abbandonata.
Elemento forte che caratterizzerà l'area sarà l'urbanistica riletta in chiave bioclimatica, ossia la visione agricolo-urbana dello spazio in cui il paesaggio si inserisce, avendo anche uno scopo energetico, idrico e, naturalmente agricolo. Il masterplan ha l'ambizione di ridefinire l’attuale disegno rettangolare della pianta urbana.
Il futuro rilancio dell’area avverrà anche attraverso una nuova concezione nellla gestione delle acque urbane: il sistema idrico progettato avrà la funzione di purificazione e accumulo dell'acqua, riutilizzata poi per la climatizzazione urbana.
Nuovi spazi verranno adibiti a permacoltura, recupero solare, rimboschimenti e rinverdimento; l'impianto fognario sarà collocato all'interno del bosco e con le acque purificate verranno irrigati i parchi. I campi agricoli verranno trasformati in aree per la produzione di risorse per l'energia rinnovabile. Il nuovo sistema inoltre consentirà la purificazione di fiumi inquinati dei paesi limitrofi, che verranno appositamente deviati all'interno dell'area.
Si tratta quindi di un grande scambio infrastrutturale e interdisciplinare, abbinato a una nuova idea di agricoltura, che offre servizi per gli spazi urbani ed è allo stesso tempo spazio ricreativo per i suoi abitanti.
Località HSR District Tainan (Taiwan)
Committente Contea di Tainan - Taiwan
Oggetto Masterplan per una città modello sostenibile con 40.000 abiatanti zona industriale, università e quartiere EXPO
Progetto urbanistico Joachim Eble Architektur
EDS Group, Taipei
Infrastrutture ecologiche Gaia International
(V. Bokalders, Stockholm e C. Butters, Oslo)
Simulazione bioclimatica Yen-Yi Li, Cheng Kung - University Tainan
Coordinamento progettuale Prof. Chao-Chin Yu, Chung Yuan Christian
University Taipei
Superficie 1253 ha di cui 300 destinati a zona urbana
Anno di progettazione dal 2004