Ponti termici

La presenza dei ponti termici nell'involucro dell' edificio ha 2 tipi di effetto, uno di tipo energetico, e uno legato al fenomeno della condensazione.
La metodologia prescritta dal Dlgs 311 per la verifica dei ponti termici, che prevede di attribuire al ponte termico una trasmittanza e quindi di considerarlo come una grandezza bidimensionale,presenta alcune criticità di applicazione.
 Come deducibile dalle definizioni,il ponte termico è considerabile corretto,quando la trasmittanza della parete fittizia, così come è definita non è superiore di più del 15% rispetto a quella della parete corrente. In alcuni casi è però difficoltoso definire la parete fittizia, per la particolare geometria del ponte termico in esame.

La normativa tecnica europea di riferimento per il calcolo dei ponti termici è la UNI EN ISO 14683.
Questa normativa ha un approccio al problema molto diverso rispetto al Dlgs 311.
L'effetto dei ponti termici, ha una importante conseguenza di questi punti deboli nell'involucro dell'edificio, con la formazione di fenomeni di condensazione superficiale, con conseguente crescita di muffe e di degrado delle strutture, è da sottolineare che questo aspetto è di gran lunga il più critico tra quelli legati ai ponti termici.
La maggior dispersione energetica, che comporta un maggior consumo per l'edificio, pur non essendo da trascurare, non va direttamente ad influire sulla salute degli abitanti della casa