Una centrale solare nel centro di Parigi

La riconversione di un vecchio deposito delle ferrovie ha dato vita ad un centro multifunzionale con centrale solare nel cuore della Ville LumièreNel cuore di Parigi, a pochi passi dalla Gare de l’Est, sorge oggi una colossale centrale solare, che produce energia pulita e allo stesso tempo si integra perfettamente con l’estetica della capitale francese. Si tratta del progetto di restauro di Halle Pajol, ex deposito ferroviario in disuso da anni, che il comune della città ha voluto riconvertire. Nel 2007 uscì il bando di concorso, vinto dallo studio Jourda Achitects: il progetto è oggi divenuto realtà, e attualmente è uno delle punte di diamante nell’edilizia ecologica parigina.

Halle Pajol è un complesso multifunzionale, che ospita un ostello della gioventù, una biblioteca, un parco interno, attività commerciali e uffici. Una grande sfida quella di riuscire a ricreare tutti questi ambienti in un edificio del XIX secolo, senza snaturarne l’estetica ma conferendogli caratteristiche il più ecologiche possibili. Ma la sfida è stata vinta.

Il restauro dell’edificio è avvenuto riutilizzando ampia parte dei materiali che si trovavano nel magazzino, rotaie dei treni incluse. Tutto quello che un tempo era il telaio metallico interno è oggi la facciata esterna, mentre internamente si è scelto di rivestire tutto in legno, per rendere l’edificio perfettamente isolato dal punto di vista termico. 8.000 metri quadrati (su un totale di quasi 10.000) sono convertiti a giardino, di cui una parte coperta e una scoperta, creando un percorso che attraversa l’edificio da nord a sud. L’irrigazione avviene grazie alla raccolta di acqua piovana, e una parte del parco verrà destinata ai cittadini che desiderano creare orti e giardini condivisi.

Ciliegina sulla torta, Halle Pajol è la centrale solare più grande di Parigi: il suo tetto è ricoperto da 2000 pannelli solari, che producono abbastanza energia da far funzionare l’intero edificio e altrettanta da venderne per recuperare le spese di costruzione in breve tempo. L’inclinazione dei pannelli solari richiama la forma zig-zagata dei tetti delle fabbriche dell’800, coniugando perfettamente l’estetica industriale del vecchio edificio e il suo nuovo carattere ecologico e moderno. 

Giulia Mattioli, La Stampa

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